La Cassaforte dei Sogni

28 ottobre 2013

L’avvincente intrigo del Signoraggio Bancario (introduzione)

Il tema del signoraggio è sicuramente argomento di interesse… se nel tempo ha alimentato tesi di complottisti e cospirazionisti (specialmente su internet), parallelamente sembra essere ignorato deliberatamente dai media tradizionali. Senza volerci schierare apertamente, la nostra opinione è che tutti dovrebbero per lo meno conoscere cosa si intende con questo termine ed il meccanismo che vi si cela, e successivamente farsi la propria opinione leggendo libri o articoli e navigando in internet.

Il nostro Francesco inaugura con questo articolo una piccola rubrica periodica; si occuperà di riportare informazioni tratte da testi autorevoli, arricchendole con le sue opinioni di studioso che si interessa da anni all’argomento. Ecco intanto una introduzione tratta da “Euroschiavi”, Terza Edizione, un libro di Marco Della Luna e Antonio Miclavez.

Col termine signoraggio si intende quel meccanismo realizzato da un soggetto in grado di emettere moneta, e di guadagnare sfruttando la differenza tra il costo di produzione del denaro, oggi pressoché nullo, e il valore nominale, che il soggetto che la emette fa proprio. Detta in altri termini è il guadagno che il “signore” dell’emissione realizza emettendo il denaro e usandolo per comperare e pagare.

Oggi che il denaro non è più coperto da oro e ha quindi un costo di emissione trascurabile, il “signore” che lo emette – ossia, le banche centrali – realizza un signoraggio pari quasi al 100% del valore stampato sul denaro stesso, senza mettere in esso alcun valore reale.

L’organo preposto ad emettere denaro è la Banca Centrale Europea (BCE), che non è altro che la fusione delle Banche Centrali dei paesi dell’Unione Europea. Prima dell’unione monetaria erano le Banche Centrali dei singoli paesi a stampare moneta.

 

Gli istituti di emissione monetaria, come la Banca d’Italia e la Banca Centrale Europea, realizzano enormi profitti, vendendo il denaro, che producono a costo zero, in cambio di titoli di stato – profitti pari, grosso modo, al debito pubblico – ma questi profitti non appaiono nei loro bilanci, quindi non vengono rimessi agli Stati né pagano tasse, perché, nel bilancio, li si “copre” appostando come debito la massa monetaria, la quale però assolutamente non costituisce debito per quelle banche né per altri

L’organizzazione a monte di questo sistema di potere bancario è internazionale: in quasi tutti gli altri Paesi, infatti, la situazione è simile a quella italiana.

 Chiudiamo con un esempio auto esplicativo:

1. Lo Stato ha bisogno di 100 milioni di Euro.

2. Emette BOT o altri titoli di stato per 100 milioni di Euro.

3. La Banca Centrale li acquista (un tempo direttamente, dopo la riforma del 1992 mediante le società autorizzate di intermediazione) pagandoli con 100 milioni di Euro emessi ad hoc a costo zero.

4. La Banca Centrale è ora creditrice di 100 milioni senza aver speso alcunché o dato allo Stato, se non impulsi elettronici e carta stampata.

5. Poi la Banca Centrale vende ad altri (banche commerciali, fondi di investimento, risparmiatori, Banche Centrali straniere) questi 100 milioni di BOT, e incamera il ricavato.

6. Questi 100 milioni sono il suo guadagno da signoraggio, che mette in contabilità come debito, e poi li tiene per sé a beneficio dei suoi azionisti.

7. In quanto ai BOT, via via che scadranno le rate di interesse e le date di rimborso del capitale, lo Stato dovrà pagarli ai vari portatori con denaro perlopiù tolto ai cittadini sotto forma di tributi.

Quindi, mentre il rapporto di credito cittadini-Stato di cui al punto 7 è effettivamente un rapporto di debito-credito interno al Paese (tranne che per questi titoli che sono stati venduti a stranieri), i 100 milioni di cui al punto 6 sono il valore che i banchieri centrali hanno sottratto al popolo e tengono per sé in cambio di nulla. Inoltre, poiché lo Stato avrà bisogno di ulteriori erogazioni di denaro per pagare gli interessi sui titoli del debito pubblico, essi lucreranno anche su questo. Ancora, poiché il guadagno da signoraggio solo in parte viene re-immesso nel circuito produttivo industriale nazionale, il Paese dovrà indebitarsi ulteriormente verso la Banca Centrale per pagare i titoli del debito pubblico alla scadenza. In questo modo, molti Paesi occidentali hanno avuto una crescita esponenziale del debito pubblico e ora soffrono di una pressione fiscale intorno al 50% (che scoraggia gli investimenti e il lavoro, inducendo recessione o stagnazione), mentre gli Stati devono destinare quote ampie e crescenti del bilancio pubblico al pagamento di debito e interessi, rinunciando alle spese infrastrutturali, sociali etc, nonostante abbiano un bilancio attivo al netto degli interessi passivi sul debito pubblico.

 

 

 

Autore del post:

Francesco Dalena lavora da anni come ingegnere elettronico. Esperto di consulenza d'azienda, si interessa di economia fin da giovane età. Attento osservatore della realtà, ha un atteggiamento critico verso la nostra società,le ingiustizie e le contraddizioni che la dominano...

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