Tutti sappiamo cosa è un conto corrente: uno strumento finanziario finalizzato alla gestione del denaro; in pratica un salvadanaio virtuale che oltre al versamento e al prelievo, consente il trasferimento di somme attraverso bonifici, l’accredito dello stipendio, la domiciliazione delle utenze e molto spesso anche varie funzioni accessorie come il pagamento di bollettini, multe, MAV e RAV, effettuare ricariche telefoniche, ed investire i propri risparmi in strumenti finanziari di ogni tipo.

Quello che ci interessa chiarire in questa sede è che non tutti i conti correnti sono uguali. Alcuni semplicemente non sono convenienti e si deve semplicemente starne alla larga, in quanto a fronte di servizi pari o sotto la media presentano profili commissionali e spese che incidono anche per 100\150 euro annui sulle tasche dei clienti; in altri casi nascono banche “mai sentite” che offrono condizioni e tassi di interesse altissimi per raccogliere liquidità, ma rischiano di chiudere nel giro di un anno o poco più… chi si fiderebbe di un venditore ridotto in rovina che chiede prestiti e promette di restituirvi ricchi interessi entro breve? Un altro aspetto a cui fare attenzione è che le banche più tradizionali presentano una grande varietà di conti corrente: alcuni hanno operazioni gratuite, altri hanno la piattaforma web a costo zero, ma nel 99% dei casi è il gioco della coperta troppo corta: quello che vi danno da un lato, vi sottraggono dall’altro. La cosa migliore è andare altrove.

Fortunatamente esistono anche conti di buon livello; in tal caso spetta al cliente scegliere in base al tipo di utilizzo che ne vuole fare.  Le differenze risiedono nella tipologia di servizi offerti, nell’efficienza della piattaforma di on-line banking, nella presenza di un consulente dedicato, nell’esistenza di sportelli fisici, nella possibilità di fare trading e investimenti,  e nei costi complessivi del servizio.